La Festa della Traslazione delle reliquie del Santo, detta popolarmente Festa della Lingua anche a Rieti è stata celebrata solennemente.
Domenica 19 febbraio 2023 alle ore 18 presso la Cattedrale Basilica di Santa Maria S.E.R. Mons. Vito PICCINONNA, Vescovo di Rieti, ha presieduto una partecipata liturgia eucaristica per fare memoria viva di questa ricorrenza.
La Festa della Lingua, infatti, è la seconda festa antoniana per importanza dopo la solennità del 13 Giugno e ricorda il ritrovamento della lingua incorrotta di Antonio di 760 anni fa, dopo più di trent’anni dalla morte (1231). Un mistero ancora oggi per la scienza e che la fede chiama miracolo, visto che la reliquia della lingua, strumento della predicazione del Santo, a distanza di secoli è tuttora visibile, incorrotta, nel reliquiario della cappella «del Tesoro» della Basilica, meta ogni anno di migliaia di pellegrini.
Era l’8 aprile 1263, domenica in Albis, quando l’allora Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori, San Bonaventura da Bagnoregio, si portò a Padova nella Basilica già terminata, per presiedere alla traslazione delle spoglie del Santo nella nuova cappella funeraria .
Si scoperchiò la tomba, il corpo del Santo era tutto in polvere, salvo le ossa; ma restava integra la testa con la carne ed i capelli. Nella bocca – la lingua solitamente prima d’ogni altra parte del corpo, essendo umida, si corrompe – «la lingua di sant’Antonio, benché fosse stata sotto terra per trentadue anni, era cosí fresca, rossa e bella, come se il padre santissimo fosse appena morto».
Frate Bonaventura, non senza contenere le lacrime, staccandola dalla gola, la prese nelle sue mani, e alla presenza del popolo commosso disse queste parole: «O Lingua benedetta che sempre benedicesti il Signore, e Lui facesti benedire dagli altri, ora si vede all’evidenza di quanto merito tu fosti appresso Dio!». Del 1293 circa è la“Raimondina”. Scrive: «La lingua del santo, ch’era stata tromba di Cristo, strumento dello Spirito Santo e paletto bronzeo del Tabernacolo, fu trovata talmente integra ed aguzza che pareva proprio d’un uomo vivo». Verificarono la cosa non soltanto i frati, ma anche moltissimi laici, specialmente i dodici degni di fede eletti dal Comune di Padova, i quali poi ne resero testimonianza a Papa Urbano IV.
Con questo prodigio della Lingua incorrotta, caso unico al mondo, il Signore volle premiare sant’Antonio di Padova, grande studioso delle Sacre Scritture ed insigne annunziatore della Parola.
Oggi come ieri, il nostro amato Santo ci invita a tornare al Vangelo.
Sant’Antonio di Padova, Dottore della Chiesa dal 1946, è il Santo della Parola: ecco perchè il Signore ha preservato quella Lingua che ha comunicato la Parola di Dio.